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Storia dei Tarocchi

Da sempre, l’uomo s’interroga sul proprio futuro e si confronta con l’ignoto. Da sempre, cerca risposte a piccoli e grandi interrogativi che lo tormentano. Per scoprire cosa ci riserva il domani, possiamo interrogare i Tarocchi. I Tarocchi non sono, semplicemente, un mazzo di carte da gioco: sono un potentissimo strumento divinatorio. Le carte non ci rivelano il futuro (per quello, solo noi abbiamo l’ultima parola), ma ci offrono preziosi consigli per affrontare meglio il domani, comprendere il nostro passato e per sbrogliare la matassa di un presente complicato. Ma qual’è la storia dei Tarocchi? Da dove ha origine quest’affascinante arte divinatoria? Scopriamolo insieme.

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Origine e nascita dei Tarocchi

La storia dei Tarocchi è antica e affascinante: la loro origine si perde nella notte dei tempi e si confonde con la leggenda. Sebbene i Tarocchi così come li conosciamo noi nascono nel Medioevo, non è sbagliato considerarli diretta derivazione dei geroglifici del Libro di Thoth (una raccolta di 42 volumi mitici e profetici) o trovare analogie con i 64 esagrammi cinesi contenuti ne I Ching (custode dell’antica saggezza cinese da più di 3000 anni); impossibile, inoltre, non ricordare che proprio ai cinesi si deve l’invenzione non solo della stampa, ma anche delle carte da gioco.

Detto ciò, la storia dei Tarocchi “ufficiale” ha inizio nell’Italia settentrionale del XV secolo d.C.. Nel primo Quattrocento, cominciò diffondersi un certo interesse per le carte da gioco (forse portate dai Mamelucchi egiziani): al 1420 risalgono i primi regolamenti di gioco e, nello stesso periodo, Filippo Maria Visconti, duca di Milano, per propiziare la nascita di un figlio, decise di commissionare un mazzo di carte con raffigurato 16 divinità legate al pantheon greco. L’erede arrivò, ma a differenza di quanto ci si aspettava era una bimba: Bianca Maria Visconti (e questo stravolse, con il tempo, anche il simbolismo delle carte).

I Tarocchi si “trasformarono” in strumenti divinatori solo nel 1700, quando nei 22 Arcani Maggiori (lame) s’intravide il percorso che l’umanità avrebbe dovuto seguire per raggiungere l’illuminazione. Ancora oggi, gli Arcani Maggiori ci suggeriscono la strada da percorrere per raggiungere la consapevolezza di noi stessi e per affrontare la nostra parte più oscura. Un bravo cartomante, dunque, deve aiutarci ad accrescere la nostra autostima, ma non deve creare un legame di dipendenza.

I mazzi di carte dei Tarocchi

Protagonisti della storia dei Tarocchi sono i mazzi di carte. I Tarocchi così come li conosciamo oggi  risultano formati dall’unione di due differenti mazzi di carte: gli Arcani Maggiori, con 21 carte figurate numerate da I a XXI. più una carta figurata senza numero (Il Matto) e da un secondo mazzo conosciuto come gli Arcani Minori, composto da 56 carte, divise nei 4 semi: coppe, denari, spade e bastoni. Ogni seme risulta formato da 10 carte definite “lisce” o “cartazze” che vanno dall’Asso al 10, e da 4 carte definite di “corte”: Re, Regina, Cavallo e Fante.

Tra i mazzi storici di Tarocchi, oltre a quelli realizzati per il duca di Milano, Visconti Sforza (considerati da molti come un fulgido esempio di arte rinascimentale), si ricordano:

  • i Tarocchi del Mantegna: realizzati da artisti anonimi della scuola ferrarese, sono due serie distinte composte da 50 incisioni risalenti al XV secolo;  per secoli sono stati attribuiti ad Andrea Mantegna. 5 i temi raffigurati sulle carte: Apollo e le muse, le condizioni dell’uomo,  le arti liberali, i principi cosmici e le virtù cristiane.
  • i Tarocchi di Marsiglia: prodotti (ma non inventati!) nell’omonima città francese, risultano composti da un mazzo di cinquantasei carte di quattro semi italiani: bastoni, spade, coppe e denari (in francese Bâtons, Épées, Coupes e Deniers) più 21 trionfi ed il Matto (Le Mat). Ogni seme contiene dieci carte numerali (dall’asso al 10) e quattro carte di corte: Fante, Cavaliere, Regina e Re (Valet, Chevalier oCavalier, Dame e Roi). Durante il rito divinatorio, i trionfi insieme al Matto sono chiamati arcani maggiori e le carte rimanenti arcani minori.
  • i Tarocchi di Besançon: il mazzo più antico di queste carte a semi italiani risale al 1746; prodotte da Nicolas Laudier, vennero incise da Pierre Isnard.
  • Le Minchiate: è un particolare mazzo di novantasette carte apparso a Firenze fra il 1526 e il 1538. Il curioso nome è un riferimento al membro maschile, ma è anche un invito a non prendersi troppo sul serio. Le prime trentacinque carte, sono chiamate Papi e sono seguite dalle Arie: la Stella, la Luna, il Sole, il Mondo e il Giudizio finale detto Le trombe. I semi del mazzo sono Denari, Coppe, Bastoni, Spade. Gli onori sono detti Cartiglia e raffigurano dei centauri. In questo mazzo non ci sono la Papessa e il Papa, ma si possono trovare la carte del Granduca, le quattro Virtù Cardinali, le tre Teologali, i quattro Elementi, i dodici Segni zodiacali.
  • il Tarocchino bolognese: leggenda vuole che fu inventato da Francesco Antelminelli Castracani Fibbia, nobile che, all’inizio del XV secolo, si rifugiò alla corte bolognese dei Bentivogli. Originariamente, il mazzo risultava composto del 78 carte, ma con il passare del tempo le carte si ridussero a 62. Le 62 carte del mazzo sono suddivise in  5 Pali: di questi 5,  un Palo è composto da 22 carte  -dette Trionfi– e quattro Pali con 10 carte cadauno, chiamati Semi. I Trionfi risultano formati da 21 Numeri e da una carta chiamata Il Matto.

Menzione particolare la meritano le Sibille. Il mazzo delle Sibille ( vergini dotate di straordinarie virtù profetiche) è composto da 52 carte. Ogni carta vanta una rappresentazione figurata che illustra il suo significato divinatorio generale. La prima cartomante a leggere i tarocchi con le Sibille fu Marie Lenormand. Morta a Parigi nel 1843, si vantava di essere confidente dell’imperatrice Giuseppina di Beauharnais e dell’imperatore, Napoleone Bonaparte (che però la imprigionò per motivi politici). Probabilmente, Mlle Lenormand aveva semplicemente una fervida fantasia unita ai rudimenti della divinazione: l’immagine della “Sibilla dei salotti”, infatti si scontra con la dura realtà storica; nonostante questo i suoi eredi poterono contare su una discreta fortuna ed il suo nome fu utilizzato da diversi fabbricanti di carte: La Sybille des Salons, il Grand Jeu de Societé de M.lle Lenormand ed il Petit Lenormand,  ancor oggi sono i mazzi per la divinazione più conosciuti al mondo.

Le sibille, soprannominate anche carte chiacchierine o pettegole, sono caratterizzate da una grafica colorata ed intuitiva. Adatte a risolvere questioni di qualsiasi tipo, sono molto utilizzate per dissipare i dubbi d’amore e per superare le piccole difficoltà quotidiane. Per la divinazione è utile ricordare che;

  • le carte che appartengono al seme di Fiori indicano eventi che si manifesteranno in estate e sono legate alle novità ed all’ottimismo;
  • le carte che appartengono al seme di Picche indicano eventi che si manifesteranno in autunno e sono legate all’intelligenza ed al coraggio;
  • le carte che appartengono al seme di Cuore indicano eventi che si manifesteranno in primavera e sono legate ai sentimenti ed alle emozioni;
  • le carte che appartengono al seme di Quadri indicano eventi che si manifesteranno in inverno e sono legate agli affari ed alle questioni lavorative.

 

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